sabato 15 marzo 2008

38 - Baclavà o Baklavah o Baklawah che dirsivoglia...


Già che abbiamo citato la pasta phyllo nel post precedente, logicamente si arriva a questo dolce dolcissimo che è simbolo della grande pasticceria turca ereditata da tutti i paesi dell'ex Impero Ottomano.
Questa è la mia ricetta, frutto di una vita di assaggi (soptattutto...) e di ricerche attraverso nonna, zie, amiche e pasticceri orientali. Si può fare con la phyllo o con la pasta da brik maghrebina, leggerissimamente più spessa ma va bene uguale.

Per 6
20 fogli di pasta fillo o brik
100g di noci tritate finemente
100g di mandorle tritate finemente
100g di pistacchi tritati finemente
2 cucchiai da minestra di zucchero
cannella in polvere
burro fuso

Sciroppo:
25 cl d’acqua,
150 g di zucchero,
4 cucchiai di miele,
il succo di 1 limone
1 cucchiaio di acqua di fior d'arancio

Fare prima lo sciroppo:
mescolare l'acqua e lo zucchero e addensare sul fuoco a bollore fino a quando non è spesso ma non troppo.
Agiungere gli altri ingredienti dello sciroppo e lasciare raffreddare. Mettere in frigo per almeno un paio di ore (deve essere molto freddo).

Preparare il dolce (calcolare i tempi perché il dolce dovrà essere annaffiato con lo sciroppo appena uscito dal forno e bollente).
Mettere mandorle, pistacchi, noci e zucchero nel mixer e tritarli finemente ma non in farina.
Stendere 12 fogli di fillo o brik prealabilmente spennellati sulle due facce con abbondante burro fuso, l'uno sopra l'altro.
Stendere il miscuglio noci-mandorle-zucchero sopra l'ultimo foglio e spolverare con cannella abbondante.
Coprire il tutto con altri 8 fogli imburrati bene.
Con un coltello affilato e bagnato in acqua calda tagliare il dolce a rombi spingendo la lama del coltello fino all fondo della teglia.
Infornare a 180° per una quarantina di minuti, fino a quando il dolce è dorato color miele chiaro (non deve essere troppo scuro).
Appena uscito dal forno, annaffiare il dolce subito con lo sciroppo ghiacciato, in modo che lo sciroppo penetri bene in tutti i tagli dei rombi.
Lasciare raffreddare e mangiare a temperatura ambiente.
Nei paesi dove si fa, il baklavà non si mangia mai come dessert dopo pasto, ma come merenda o spuntino, sempre servito con un bicchiere di acqua fresca e a volte con thè o caffè.
Si conserva bene un giorno o due fuori dal frigo.


6 commenti:

Anonimo ha detto...

Non puoi farmi questo, mettere questa delizia che io NON posso mangiare. Scherzi a parte grazie, cercavo da tempo una ricetta di Baclavà "giusta" per un'amica straniera, gliela passerò.

Dida

Jean-Michel ha detto...

Perché io posso?

:)))

Anonimo ha detto...

No...te non potresti...
Comunque questa ricetta appena ho piu' tempo la faccio,mi ricorda il periodo che simo e' stato a Istanbul (un anno...)...un periodo meraviglioso in una citta' incantevole...

Jean-Michel ha detto...

In effetti NON posso... Sigh!
Se provi fammi sapere...

:)))

Anonimo ha detto...

la migliore ricetta di Baklava che ho trovato in italiano, soprattuto perchè parla di origini turche e non greche come fanno erroneamente tutti

Jean-Michel ha detto...

In realtà sembra che questo dolce non sia nemmeno originario dalla Turchia stessa bensì dalla Siria (Aleppo), che faceva parte dell'Impero Ottomano. I turchi hanno "adottato" e fatte loro diverse preparazioni culinarie nate nelle "province" imperiali durante i secoli di occupazione delle medesime.