venerdì 27 febbraio 2009

346 - Pad Thai ovvero sauté tailandese di manzo ai tagliolini


Cortesia foto: http://www.ehow.com


Il "Pad Thai" è uno dei piatti preferiti in Tailandia. E' un piatto completo, direi quasi un pasto a sé...
Ce ne sono molte versioni e si può fare con manzo, maiale, pollo o senza carne con tofu.
Questa versione l'ho estorta ad un cuoco tailandese a Parigi, che mi ha garantito che è la migliore (naturalmente...).
Gli ingredienti sono semplici e anche quelli più "esotici" si trovano oggi nei negozi specializzati.
Il Pad Thai va cucinato nel wok, ma va bene anche una padella profonda, l'importante è che il fuoco sotto sia abbastanza forte per non fare "fare l'acqua" agli ingredienti (la proprietà del wok è che ha un fondo sottile con circonferenza ridotta che concentra il calore e fa evaporare i liquidi in fretta...)

Per 4 persone
300g di tagliolini tailandesi spessi (4/5 mm.) ammollati per un quarto d'ora e tenuti da parte
3 cucchiai da minestra di olio di arachidi
3 spicchi d'aglio tritati finemente
2 scalogni tritati
100g di arachidi non salate tritate grossolanamente
1 peperoncino fresco verde privo di semi e tritato
1 mazzetto di erba cipollina tritata (ci vorrebbe quella cinese ma va bene anche la "nostra")
2 cucchiai da minestra di salsa di pesce tailandese (Nam Pla)
2 cucchiaini da caffè di zucchero di canna
succo di 1/2 lime
qualche rametto di coriandolo fresco trittato
2 uova intere sbattute
120g di germogli di soia freschi lavati
200g di filetto di manzo a striscioline sottili

Scaldare l'olio nel wok e soffriggerci la carne per circa 3/4 minuti a fuoco molto vivo.
Aggiungere l'aglio, lo scalogno e il peperoncino e cuocere per altri 3 minuti.
Aggiungere i tagliolini, l'erba cipollina, la salsa di pesce, il tamarindo diluito, il succo di lime, e fare cuocere per 5 minuti fino a quando il liquido non è assorbito e evaporato.
Aggiungere l'uovo sbattuto e lo zucchero e girare fino a quando l'uovo non è rappreso.
Aggiungere il coriandolo, le arachidi trittate e i germi di soia e fare cuocere ancora per 2/3 minuti.
Servire con arachidi pestate per decorare.

La cottura deve essere fatta a fuoco molto vivo, velocemente e girando di continuo, per fare in modo che gli ingredienti si cuociano senza appassire troppo. Per i germogli di soia (che appassiti diventano flosci e filacciosi) io addirittura consiglio di metterli dopo tutto il resto e girarli molto velocemente nel tutto già cotto. Devono rimanere croccanti.

Il Pad Thai va servito con peperoncino fresco trittato in salsa di pesce a parte, zucchero sul tavolo e eventualmente cipolle fritte e croccanti da aggiungere.


giovedì 26 febbraio 2009

345 - Canard à l'orange ovvero anatra all'arancia alla francese



L'anatra all'arancia è un altro di quei piatti della tradizione francese rivendicati dai fiorentini in nome della mitica Caterina De'Medici. In effetti nella cucina fiorentina esisteva (dico esisteva perché non lo fa più nessuno...) il "papero col melarancio" che Caterina avrebbe introdotto in Francia attraverso la sua schiera di cuochi toscani. Solita questione di lana caprina, o di uovo e gallina, ma il risulltato odierno del "canard à l'orange" è eccellente...

Per 4 persone:
1 anatra di circa 2kg, pulita e eviscerata
1 bella cipolla bianca sminuzzata
1 foglia d'alloro secco
1 cucchiaio da minestra di Grand Marnier
1/2 arancia spremuta
Olio di semi

Salsa:
2 belle arance
1 cucchiaio da minestra colmo di zucchero
4 cucchiai da minestra di aceto di vino rosso
1/2 litro di buon brodo di carne
1 cucchiaino rado di farina
sale e pepe


Pelare le due arance evitando di raccogliere la parte bianca, e tagliare le bucce a filini sottili (esiste anche un apposito attrezzo per fare questo lavoro...). Sbollentare i filini per 5 minuti per togliergli l'amaro.
In una pentola pesante con coperchio rosolare bene l'anatra salata su tutti i lati.
Aggiungere la cipolla, l'alloro, bagnare con il Grand Marnier che lascerete evaporare, e il succo di mezza arancia.
Coprire la pentola e infornarla a 200° per circa 40 minuti, girando e annaffiando l'anatra regolarmente col sugo di cottura, fino a quando non è ben cotta.(Se la pentola non entra nel forno trasferire il tutto in una pirofila che coprirete con carta d'aluminio).
Quand'è cotta, levare l'anatra dalla pentola, raccogliere tutto il sugo di cottura e sgrassarlo buttando via il grasso e aggiungendo il fondo rimasto al brodo di manzo.
Nel frattempo preparare una salsa faccendo una riduzione caramellata con lo zucchero e l'aceto poi aggiungendo il succo dell'arancia e mezza rimaste, i filini di buccia d'arancia, la farina diluita in un bicchierino di brodo, e tutto il resto del brodo. Lasciare ispessire per 5 minuti a fuoco piuttosto vivo e girando, e correggere di sale e pepe.
Tagliare l'anatra in 12 pezzi e scaldare i pezzi nella salsa.
Servire i pezzi coperti con la salsa, accompagnati con patate al vapore e decorati con fettine di arancia sottilissime e una spruzzata di prezzemolo fresco trittato a pioggia.

Questa è la ricetta mia...
Un'altra ricetta interessante la trovate qui: http://recettes.viabloga.com/news/canard-a-l-orange (in francese).


344 - Oriya abhinaya by Sharmila Mukerjee



343 - Pakora di verdure by Manjula



Manjula usa farina di ceci (Gram flour) in maggior parte e farina di riso in minor parte.
Le verdure sono patate, zucchini e cavolfiore.
Aggiunge sale.
I condimenti verdi sono coriandolo fresco e peperoncino verde.
Le spezie sono cumino indiano in semi e semi di coriandolo pestati grossolanamente.
Il liquido è acqua.


342 - Il vegan etnicizzato: bigné di carote al cumino e coriandolo




Da libro "il Vegan in cucina" di Stefano Momenté, Macro edizioni, ISBN 88-7507-394-5, ho preso questa ricetta dei "bigné di carote", e l'ho "etnicizzata" (anche se il procedimento è già quello dei "pakora" indiani...).

1/2 kg di carote
100 g di farina bianca
5 g di lievito
1 cucchiaio da minestra di farina di ceci
1/2 bicchiere di vino bianco secco
olio e.v.
sale

Aggiunte mie:
1 cucchiaino da caffè rado di cumino verde in polvere
4 rametti di coriandolo fresco

Versare la farina in una terrina.
Aggiungere la farina di ceci, il lievito diluito in poca acqua tiepida, tre cucchiai d'olio, un pizzico di sale, il cumino in polvere e il coriandolo fresco trittato fino, e mescolare con una frustina, unendo, a poco a poco, il vino e l'acqua tiepida necessaria per ottenere una pastella vellutata ma non troppo liquida.
Lasciare lievitare per un paio di ore.
Intanto mondare le carote, raschiarle e lessarle in acqua salata, stando attenti a cuocerle al dente.Scolarle e tagliarle a rondelle.
Immergerle nella pastella e friggerle, raccogliendole a cucchiaiate, insieme a un pò di pastella, in abbondante olio d'olio bollente.

Servire caldissimi, magari con qualche salsa a base di verdure o elementi vegan.

Il risultato è doppiamente "etnico", consistenza "indiana" e sapore "maghrebino" vicino a quello delle famose carote al cumino nordafricane.
Queste frittelle si posson fare con altre verdure, naturalmente, in particolare i piselli lessati come si usa per veri "pakora" indiani, e con varie spezie e vari condimenti (curry, ras-el-hanut, cannella, colombo, prezzemolo, erba cipollina, basilico, menta, ecc...). Permette di sbizzarirsi per un antipasto vegan saporito.


martedì 24 febbraio 2009

341 - Crêpe di farina di castagne alle mele e pinoli



Anna è la mia vicina di sopra, una ragazza casalinga molto simpatica ma imbranatissima in cucina, con un sant'unomo di marito che lavora come un mulo e mangia qualsiasi cosa. Lei è consapevole della sua poca abilità culinaria e ogni tanto mi chiama in soccorso.
Ieri era il compleanno della suocera e Anna ha avuto l'imprudenza di invitarla a cena insieme ad alcuni amici di famiglia. Per la parte salata ha fatto di testa sua e io non voglio nemmeno sapere cosa abbia fatto, ma per il dessert..."rrrrrring! JM, aiuto! Non so proprio cosa e come fare e se compro in pasticceria la suocera storce il naso perché non le piacciono le torte, non vuole candeline e vuole sempre dessert originali..."
E va bene, saliamo a vedere...
Non c'èra NIENTE che potesse essere trasformato in dessert, quasi quasi non c'era nemmeno farina...ovvero: c'era farina di castagne...
Burro c'è? Si!
Uova? Si!
Latte? Si!
Zucchero? Si!
Due mele? Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!! Eureka!!!
I pinoli non glielo chiedo nemmeno e li metto io...
Lo zucchero a velo pure...

Prendo 200g di farina di castagne, due uova intere, 50g di burro fuso e 1/2 litro di latte, e faccio una pastella nel mixer che lascio riposare per una mezz'ora in frigo.
Sbuccio le due mele, le taglio a fettine e salto le fettine in padella in un pò di burro, zucchero e succo di mezzo limone, fino a quando le fettine di mele sono dorate e tenere.
A questo punto aggiungo i pinoli, che in pochi secondi a fuoco alto si tostano.
Prendo la padella, la ungo col burro e comincio a fare le crêpe come quelle di farina bianca.
Una volta ottenuta la decina di crêpes, faccio vedere ad Anna come rifinire il dessert: una cosa alla sua portata...
Scaldare tutte le crêpe al microonde per 2 minuti.
Scaldare mele e pinoli al microonde per 2 minuti.
Stendere le crêpes tiepide sui piatti, aggiungere mele e pinoli e spolverare con una nevicata di zucchero a velo.
Dovrebbe farcela!
Insomma stamattina: "Rrrrrrrrrrrrring! JM, grazie!!!!! La suocera ha detto che sto facendo passi da gigante e che il dessert era molto buono e originale, soprattutto le crêpes di farina di castagne!"
Poi aggiunge: " Ha detto anche che le ricordano i necci della Garfagnana. JM, che sono i necci della Garfagnana?"
Haha!!

mercoledì 11 febbraio 2009

340 - Gulash (o gulyas) di Agnese da Budapest




Una lettrice di Budapest mi manda questa sua ricetta del "Gulyas" ungherese, che pubblico molto volentieri lasciandola come l'ha scritta (complimenti per l'italiano tanto più che per gli ungheresi è molto difficile...).

"Il nome di "gulyás"significa mandriano. Secondo la legenda nella grande pianura "Alföld" -dove sono stati i branchi- hanno cucinato prima volta il "gulyás".
Questa minesta asciutta nei primi tempi si era preparato all'aperto in un paiolo. Per questo la ricetta é diventata molto tipica e semplice. Oggi ci sono tanti tipi di "gulyás", ma in ogni vari c'é la base, che scrivo adesso.

Per 4 persone:
600g un bel pezzo di manzo tutto polpa oppure meglio il garetto
2 cipolla circa 150g
1 kilo di patate pulite
2 cucchiaio paprika dolce in polvere
1 peperone giallo
1 pomodoro
1 cucchiaino semi di cumino
sale
un po grasso

Tagliamo la carne a dadini e le cipolle finissimi. Struggiamo il grasso in una pentola, ci mettiamo la cipolla e rosoliamo. Dopo aggiungiamo la carne e mescoliamo continuamente fino a quando i pezzi di carne diventano bianchi. Aggiungiamo il pomodoro, peperone, semi di cumino sale e in fine la paprika dolce, perché é proibito bruciare!

Subito versamo 1,5 litro di acqua e cuciniamo a temperatura bassa. Circa dopo un ora versamo i patati tagliati a dadini. Ancora mezz'ora la minestra sará pronta.

Agnese da Budapest"


martedì 10 febbraio 2009

339 - Musica e danza tradizionali albanesi



338 - Fërgesë Tirane ovvero teglia di peperoni e fegatini all'albanese


Cortesia foto: www.tiranacity.com


Dalla mia amica Gerta, albanese ormai fiorentinizzata, arriva questa ricetta del suo paese, molto semplice ma molto gustosa. Gerta dice che andrebbe fatto con la ricotta albanese che in Italia non si trova, ma che qui si può fare con la feta greca...

Per 4 persone
8-10 peperoni medi rossi o verdi a quadratini
4- 5 pomodori medi a dadini
2 tazzine da caffe di olio di semi
1 cucchiaio da minestra di farina
2 uova intere
2- 3 pezzeti di aglio
2 "mattonelle" di feta
Sale
peperoncino
pezzetti di fegatini a piacere

Dice Gerta:

"prima soffriggi l'aglio in olio, poi aggiungi il pomodoro con la farina , poi i peperoni , le uova sbattute e tutto il resto. A questo punto sarebbe ottimo se mettessi a finire di cuocere in un forno a legna, in una teglia di terracotta. Altrimenti mescoli e fai cuocere sul fornello. Va mangiato nella ciottola di terracotta caldissima."

lunedì 9 febbraio 2009

337 - Mali Djembé drum session



336 - Maffé ovvero stufato di agnello e verdure del Mali


Cortesia foto: http://www.7sur7.be


Gli ingredienti della cucina africana sono spesso difficili da reperire dalle nostre parti, ma questo piatto maliano è semplicissimo e comporta ingredienti "nostrali", a parte il burro di noccioline che comunque si trova dappertutto.

Per 4 persone:
1 kg di agnello (spalla o cosciotto) spezzato
(per chi non ama l'agnello consiglio la vitella)
2 cipolle bianche medie trittate
2 spicchi di aglio sminuzzati
4 pomodori maturi a dadini
1 cucchiaio da minestra colmo di concentrato di pomodoro
4 belle carote a julienne
1/4 di cavolo verza a julienne
Brodo di carne q.b. per coprire il tutto
2 cucchiai da minestra radi di burro di noccioline
Sale e peperoncino

Fare rosolare la cipolla in tegame in olio di arachidi e tenerla da parte.
Nello stesso olio fare rosolare bene la carne.
Aggiungere la cipolla rosolata e tutte le altre verdure, il concentrato di pomodoro, il brodo a coprire il tutto, sale (attenzione: se il brodo è salato, regolarsi...) e peperoncino a piacere.
Portare il tutto a bollore sul fornello e quando bolle abbassare al minimo e lasciare cuocere scoperto fino a quando la carne non è ben cotta (le verdure lo saranno comunque...) e il liquido quasi evaporato.
Aggiungere il burro di noccioline e lasciare cuocere ancora 5 minuti.
Servire con riso basmati al vapore o cotto nell'acqua.
Io aggiungo qualche rondella di banana attorno al riso per fare più "africano"...


mercoledì 4 febbraio 2009

335 - CORSO PRATICO DI CUCINA DEL MEDITERRANEO E VICINO ORIENTE



CORSO PRATICO DI CUCINA DEL MEDITERRANEO E VICINO ORIENTE
un viaggio alla scoperta dei sapori di queste Terre così vicine ma così sconosciute

PALADAR, il Ristorante multietnico di via Pistoiese 315 a Firenze, organizza un Corso di cucina del Vicino Oriente e del Mediterraneo.

Il corso si svolgerà presso il Ristorante e sarà articolato in 3 lezioni, con inizio il giorno lunedì 9 marzo 2009, dalle ore 18.00; il corso proseguirà nei 2 lunedì successivi con lo stesso orario; a tutte le lezioni seguirà la cena nella quale si degusteranno i piatti preparati. Impareremo una grande varietà di preparazioni, dagli antipasti ai piatti unici e alle bevande.

Il costo del corso, comprensivo delle 3 cene, è di € 75,00
Sconto del 10% per i Soci COOP

Per informazioni e prenotazioni, telefonare allo 055 317228, oppure al 338 3737710, oppure collegandosi al sito www.delicias.it

1° LEZIONE – Lunedì 9 marzo 2009

La Cucina mediorientale

Antipasto misto

Tabbuleh (insalata di grano)

Muhammàra (crema di peperoni e noci piccante)

Hommos (crema di ceci e sesamo)


Entrée

Falafel (polpettine di ceci)

Tahina (salsa di sesamo)


Piatto principale

Kibbeh sanyeh (sformato di grano e carne)

Salsa allo yogurt

Insalatina orientale


2° LEZIONE – lunedì 16 marzo 09–

La Cucina greco-turca

Antipasto misto

Zaziki/çaçik (insalata di yogurt)

Melitzanosalata (mousse di melanzane)

Fava (puré di piselli gialli)


Entrée

Polpettine di zucchine e feta alla menta


Piatto principale

Mussakà (sformato di melanzane e carne)



3° LEZIONE – Lunedì 23 marzo 09


La Cucina maghrebina

Antipasto misto (Kemya)

Carote al cumino

Tciùktciuka (ratatouille maghrebina)

Zaaluk (mousse di melanzane)


Entrée

Triangolo al tonno (brik)

Brik alle patate


Piatto principale

Gran cuscus di carni, verdure e contorni


Corsi tenuti da:

Jean-Michel Carasso
Cuoco francese specializzato nelle cucine del mondo.
Opera a Firenze da 30 anni, attualmente nel settore catering.
Ha insegnato per tre anni al master “Le rotte del Gusto” dell’Università di Siena ad Arezzo.
Insegna cucina italiana ed estera in diverse strutture: http://www.castellovertine.it/corsocucina.phphttp://www.milholtmusik.dk/jmcar.htm e gestisce un blog di cucina etnica: http://www.cucinarelontano.blogspot.com


Luisa Ghetti Mati

Luisa Ghetti Mati, nativa di Faenza e residente a Pistoia, è specializzata in pasta e panificazione. È anche un’ottima cuoca, molto esperta sia in cucina romagnola che in cucina toscana, e gestisce un blog interessante dove presenta le sue ricette e realizzazioni: http://ilmondodiluvi.com