mercoledì 9 aprile 2008

164 - Tutti sommelier...

Foto Filippo Mazzocchi / Bologna

Un'altra delle mode odierne è il titolo di "sommelier".
Il o la "sommelier" dilettante è un personaggio spesso insopportabile, più che altro
per l'energia che mette nel volere convincerti a tutti costi che tu di vino non capisci niente.
Puoi avere bevuto vino dall'età di 13 anni, come nel mio caso, ed essere arrivato alla veneranda età di 63, come ancora nel mio caso, se ti trovi in presenza di questo personaggio tutta la conoscenza empirica, edonista e numerica che hai del vino si riduce ad un semplice "bere vino".
Non conosci le precise componenti organolettiche di ogni vino, non sai riconoscere una zona di produzione solo ad annusare il calice, non riconosci i sentori di violetta, di muffa, di mela verde, di rana bagnata e altra tegola caduta, e questo è molto grave.
Non usi i calici e bicchieri adatti ad ogni vino, specialmente quelli alti alti e larghi larghi che il naso ti si ficca dentro quando bevi ma che sono così comodi da fare girellare con l'aria compunta di chi sta per celebrare un rito fondamentale.
Non possiedi le caraffe piatte indispensabili all'operazione di "ossigenazione" del vino, né il cavatappi professionale che non distrugge il tappo di sughero e ti evita di dovere metterti la bottiglia tra le cosce per aprirla (alquanto inelegante...).
E finalmente non hai seguito corsi di "sommelier" con tanto di diploma e di "tastevin" in placcato argento a fine corso. E tutto questo è molto grave.
Molto grave perché arrivato a 63 anni ti viene una leggera angoscia di fronte ad un bicchiere di "vino bono": "ma sarò all'altezza di questa bevuta?"
Forse non sarò all'altezza, ma intanto avrò risparmiato tanti soldi. Perché alla fine il "motore" è questo, come per tutte le mode...
Io lascerei il mestiere ai professionisti e continuerei ad usufruire dei loro servizi competenti, discreti e reali. E' così bello farsi spiegare le cose da chi se ne intende davvero...Perché il vero sommelier non è la donzella di famiglia, la sciùra bene o l'architetto snob che hanno capito tutto in due mesi di corsi, bensì una persona che ha passato una vita in mezzo alle bottiglie, che ha sbagliato, che ha remato e che non si prende per l'enologo di grido. Ma qualcuno la conosce ancora la differenza tra un sommelier e un enologo, in questo mondo di tuttologi?
Un goccio di Brunello di Montalcino? Ha un sentore di catrame, ragazzi, che vi entra nell'anima...

5 commenti:

Luvi ha detto...

:D è sempre un piacere leggerti !

marcella candido cianchetti ha detto...

è stato un piacere riscontrare che qualcuno non profano buongustaio la pensi come me blog di cucina x passione ma non chef, aziende ecc.... buona giornata

Jean-Michel ha detto...

Beh, dopo la "sbornia sommelier" credo che siamo in diversi a pensarla così...
Grazie !

:))

Anonimo ha detto...

Non bevo vini rossi, assaggio quelli bianchi, bevo normalmente acqua e non me ne vergogno.
Grazie per quello che hai raccontato su questi saputelli pseudosommelier che riescono a rovinare tante cene in compagnia con i commenti e le discussioni sulla lista dei vini. Per me i veri intenditori rimangono i professionisti: quelli che il vino lo producono o comunque lo conoscono da vicino non per avere seguito un corso di un paio di mesi due ore la settimana, ma che magari hanno frequentato una scuola seria e di questa passione hanno poi fatto la loro professione.
Nadia

Jean-Michel ha detto...

Grazie a te per l'intervento, Nadia.

:)))